domenica 9 maggio 2010

Come funziona il "cuore di donna"

di dott.ssa Francesca Cionini - Dirigente Medico UO di CardiologiaAzienda Ospedaliere ‘’C. Poma’’ Mantova

Per molti decenni si è creduto che le malattie cardiovascolari ed in particolare l’infarto miocardio potesse colpire solo il genere maschile e non quello femminile. In realtà numerosi studi hanno ormai evidenziato che in effetti le malattie cardiache sono un ‘’pericoloso killer’’ anche per le donne; infatti il numero di donne colpite da infarto e/o angina pectoris è notevolmente più elevato rispetto ad esempio, a quello delle donne colpite da tumore al seno.
Tale fenomeno è, inoltre, destinato ad aumentare in relazione all’incremento dell’aspettativa di vita nelle donne. In effetti la malattia coronaria colpisce le donne con un ritardo di circa 10 anni rispetto agli uomini e questo grazie al famoso ‘’ombrello ormonale estrogenico’’. Infatti gli ormoni estrogeni che sono prodotto dal corpo femminile durante l’età fertile esercitano un effetto protettivo sulla parete dei vasi e sul metabolismo ritardando cosi la comparsa dell’aterosclerosi e quindi delle malattie cardiovascolari. Con la menopausa la produzione di tali ormoni si riduce drasticamente e a questo va aggiunto che molto spesso la donna cambia il proprio stile di vita, magari perché va in pensione, e diventa più sedentaria e con un minor controllo dietetico ed è per questo che anche le donne iniziano a essere colpite dalle malattie cardiache come gli uomini. A tutto ciò bisogna inoltre aggiungere che negli ultimi decenni anche la condizione femminile è cambiata notevolmente: la donna lavora e spesso ha responsabilità professionali con picchi di stress elevati, e inoltre quando torna a casa deve naturalmente diventare casalinga e quindi occuparsi di casa, marito e figli senza poter prendere tempo per riposarsi ed eseguire un attività fisica aerobica regolare e quotidiana. Inoltre questo stile di vita ‘’accellerato’’ comporta il dover eseguire pasti sempre più brevi e scorretti con consumo eccessivo di grassi, carboidrati in eccesso i quali contribuiscono al soprappeso, intolleranza glucidica, diabete ed ipertensione. Per finire inoltre negli ultimi decenni la donna si è equiparata all’uomo anche nell’abitudine tabagica. Spesso le donne che fumano iniziano molto presto e spesso fumano molto di più degli uomini con effetti drammatici non solo per quanto riguarda le malattie cardio-vascolari ma anche quelle neoplastiche.
Quando una malattia coronaria colpisce la donna o l’uomo le caratteristiche dei sintomi, delle procedura diagnostiche, della terapie e della prognosi sono totalmente diversi.
I sintomi: tutti ormai sanno che l’attacco di cuore è caratterizzato da dolore al centro del torace oppressivo che si irradia all’arto superiore sinistro. Spesso invece i sintomi riferiti dalla donne sono aspecifici. Riferiscono malessere generale, un nodo alla gola, riferiscono ansia, cardiopalmo e questo può ritardare o addirittura sottostimare la diagnosi di infarto.
Anche i test diagnostici utilizzati per la ricerca della coronaropatia, come la prova da sforzo o la scintigrafia miocardia, sono nelle donne meno sensibili e rischiano anch’essi di non riuscire a capire se una donna ha o non ha coronaropatia. E’ proprio per la difficoltà ad arrivare ad una diagnosi certa di coronaropatia nelle donne che, anche quando sono ricoverate, vengono sottoposte più in ritardo a terapie e procedure interventiste (Coronarografia, angioplastica) salvavita rispetta agli uomini.
Non solo, ma la prognosi delle donne - sia durante il decorso in ospedale sia nel post-ricovero - è sostanzialmente peggiore perché l’età è normalmente più avanzata, spesso sono presenti malattie concomitanti che limitano la terapia (insufficienza renale, diabete ecc..), le tempistiche del ricovero più lunghe (sappiamo bene come per salvare tessuto muscolare cardiaco bisogna intervenire il più presto possibile: il tempo è muscolo!)
Bisogna sottolineare, inoltre, una differenza importante tra uomo e donna: spesso le donne con coronaropatia hanno piu evidenza di malattia alle coronarie di piccolo calibro (microcircolo) e di vasospasmo su cui non si può eseguire nessun intervento tipo angioplastica, ma solo terapia medica con un notevole svantaggio dal punto di vista delle recidive.
In conclusione non dobbiamo pensare che noi donne siamo più sfortunate! Dobbiamo solo pensare di essere diverse dagli uomini e di questo ce ne accorgiamo tutti i giorni. In particolare dobbiamo essere più sensibili ai segnali che il nostro corpo ci invia senza sottovalutarli. Dobbiamo cercare di eliminare tutti i fattori di rischio che possono peggiorare la nostra vita futura e mettere in atto uno stile di vita regolare. Quindi:
-smettere di fumare
-dieta sana
-attività fisica aerobica quotidiana ( e linee guida internazionali dicono di eseguire una camminata a passo rapido di almeno 40 minuti al giorno per almeno 5 giorni su 7)
-monitoraggio della pressione arteriosa e assetto lipidico. Se si riscontra pressione arteriosa elevata o elevati valori di colesterolo, rivogersi al medico per impostare una dieta e/o terapia adeguata. Ricordo inoltre che sia la dieta ipolipidica ed iposodica che l’attività fisica aiutano a ridurrei valori pressori e di colesterolo.
Il cuore delle donne è fragile ma grande…. Non distruggiamolo.

Arrivederci sabato 29, alle 11, presso la Loggia Del Grano.

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