lunedì 5 aprile 2010

L'importanza della prevenzione di G.Giannella (ASL Mantova)


Nei paesi “industrializzati”, all’ incremento della aspettativa di vita, si è associato un aumento importante e significativo degli eventi cardiovascolari maggiori.
Queste patologie rappresentano ormai la prima causa di morte e sono responsabili di quasi il 44 per cento della mortalità totale.
I progressi della terapia e delle capacità di intervento in caso di evento acuto cardiaco hanno fatto negli ultimi decenni enormi progressi e ridotto drasticamente la mortalità in occasione del verificarsi di eventi acuti per coloro a cui la malattia permette di raggiungere il luogo di ricovero.
Purtroppo però una buona parte degli eventi non consente una sopravvivenza tale da permettere l’ applicazione di queste tecniche terapeutiche ed inoltre per molti il ripetersi in tempi successivi dell’ evento porta ad un esito infausto.
Questo significa che la cura ha prodotto quasi tutti gli effetti positivi raggiungibili e che quindi per ottenere un consistente miglioramento si deve ormai affiancare una attività di prevenzione sempre più robusta che permetta di ottenere successi apprezzabili anche nel ridurre il numero degli eventi, la possibilità del loro ripetersi, il progredire del danno degenerativo che sta alla loro base.

Da questo punto di vista è importante riconoscere come alla base delle cardiopatie vi sono alcuni fattori di rischio principali.
Alcuni non sono modificabili come il sesso, l’ età ed il patrimonio genetico di ciascuno di noi.
Ma la maggior parte, sono rappresentati da fattori che possono essere modificati in senso positivo. Tra questi spiccano quelli che vanno sotto il nome di “stili di vita”, come fumo, obesità, sedentarietà, stress, ed alcune condizioni patologiche come dislipidemia, diabete, ipertensione.
Per queste ragioni le attività di prevenzione di ogni genere sono sempre più importanti nel contrastare questo tipo di malattie.
E’ possibile infatti pensare di intervenire in termini di prevenzione a vario livello e contrastare nella maniera più decisa possibile tutti questi fattori, che sono la maggioranza e quelli più aggressivi nel produrre queste patologie, per ottenere ancora un consistente successo nel modificare lo stato attuale del manifestarsi delle malattie cardiache.

Prima di tutto con la prevenzione primaria cioè con la riduzione dei fattori di rischio prima che essi possano causare un danno.
Principale obiettivo di questa prevenzione sono ovviamente gli “stili di vita”, cioè quelle abitudini che sono le principali responsabili delle alterazioni degenerative che possono portare a queste malattie.
L’ eliminazione del fumo di sigaretta innanzitutto, e poi l’ alimentazione corretta e l’ attività fisica, che debbono sempre essere associate per mantenere il peso entro i limiti e prevenire la comparse di diabete, ipercolesterolemia ed ipertensione, che ci predispongono fortemente a queste patologie.

Anche la prevenzione secondaria e la diagnosi precoce sono importanti, non esiste prova scientifica dell’ utilità di screening per le malattie cardiovascolari ma indubbiamente la compilazione della Carta del Rischio Cardiaco per valutare la nostra condizione di maggior o minor rischio per queste malattie, il controllo periodico della pressione, una valutazione degli esami di laboratorio relativi a queste patologie sono una buona precauzione per cogliere quanto più precocemente il verificarsi di patologie capaci di generare eventi cardiaci dannosi.

Infine è assolutamente importante anche la prevenzione terziaria, cioè tutte quelle attività che possono essere fatte anche per coloro che hanno già subito un evento cardiaco acuto per prevenire il suo ripetersi. Ancora una volta sono importanti gli stili di vita tenuti da questi individui ed i fattori importanti sono quelli ricordati già prima: fumo, alimentazione, attività fisica. Ma molto importanti sono anche il rispetto nel tempo delle terapie prescritte e delle scadenze periodiche di controllo. Anche chi ha già una patologia cardiaca ed ha subito un evento acuto può infatti sperare di vivere ancora a lungo purchè rispetti nel tempo le giuste condizioni di vita.

E’ evidente quindi che alla base di tutte le forme di prevenzione c’ è un processo di educazione della popolazione generale, dei soggetti a rischio, degli individui già affetti da queste malattie che aumenti le conoscenze sui rischi e i comportamenti adeguati e li renda soggetti attivi e consapevoli della tutela della propria salute.

Nessun commento:

Posta un commento