giovedì 29 aprile 2010

Fumare fa male al cuore. Ecco perché.

Durante la Maratona del Cuore sono state previste alcune conferenze sulla salute del cuore. Gli argomenti sono: Cuore di Donna: come proteggerlo!; L’infanzia e adolescenza: come educare i nostri figli; Genetica e salute: Questione di “eredità”; Fumo e inquinamento.
Anticipiamo alcuni stralci dell'intervento del dottor Alberto Zolezzi - pneumologo - Azienda Ospedaliera “Poma” di Mantova.


"Il fumo di sigaretta non è nato con l’uomo, è stato introdotto in Europa gradualmente dopo la scoperta dell’America, diffuso nelle classi sociali più elevate per 4 secoli fino all’epidemia del Ventesimo secolo.

Attualmente costituisce uno dei principali business statali: la forte valenza economica per alcune multinazionali costituisce il maggior ostacolo a serie e capillari campagne antifumo, la pubblicità diretta è bandita in Italia, ma il fumo di sigaretta trova spazio diffusamente sui mass media grazie a messaggi più o meno subliminali, ad esempio il rosso Ferrari che è lo stesso delle Marlboro.

La valenza economica potrebbe essere uno dei fattori su cui fare leva per aiutare a smettere di fumare:
- riduzione delle spese vive per il fumatore (120 euro al mese in media)
- ridurre il business delle multinazionali
- ridurre le spese sanitarie per il paziente e per lo Stato, il fumo riduce notevolmente la qualità e la quantità di vita, dal 50 al 66% dei fumatori (Peto et al) muore per patologie fumocorrelate, con numerosissimi casi di invalidità.

Le sostanze contenute nell’esalato sono numerosissime (più di 4.000 e se ne scoprono delle nuove di anno in anno), idrocarburi, monossido di carbonio ecc: fumare è, quindi, come avere un piccolo tubo di scarico di un’automobile in bocca, con un danno diretto alle vie respiratorie, un’atrofia progressiva della mucosa laringea e bronchiale con una riduzione delle capacità di filtro da parte dell’organismo e un meccanismo a catena di amplificazione del danno, che portano alla bronchite cronica e in alcuni casi al cancro in diversi organi, in particolare laringe e polmone; sono noti altresì i gravi danni degenerativi cardiovascolari.
Tra le sostanze note contenute nell’esalato la nicotina è la responsabile della dipendenza da fumo, e della conseguente difficoltà a smettere di fumare; il benessere soggettivo, la sensazione di sicurezza legato alla nicotina è controbilanciato dai sintomi di astinenza (ansia, irritabilità ecc) che insorgono quando il tasso ematico scende, che portano a ricominciare a fumare.

Gli approcci per aiutare il paziente a smettere di fumare prevedono in particolare di agire sulla dipendenza da nicotina, con approccio comportamentale e cognitivo (a vari livelli, anche il counselling breve fatto da operatori sanitari non medici è importante), o con farmaci; la terapia sostitutiva nicotinica è la più praticata, con buone possibilità di ottenere lo stop del tabagismo soprattutto se unita a un percorso monitorato da operatori sanitari; altri farmaci hanno attività antidepressiva o agiscono sui recettori nicotinici, anch’essi hanno dimostrato di incrementare i successi di astensione da tabagismo o di prevenzione delle recidive; il Centro Antifumo della Unità Operativa Pneumologia e UTIR della nostra Azienda Ospedaliera si pone l’obiettivo di supportare i pazienti che intendono smettere di fumare.

E' importante tenere viva l’attenzione sul tabagismo, per ottenere in prima battuta gli obiettivi di salute pubblica previsti nel 2000 e ad oggi disattesi, in particolare per quanto riguarda il fumo in gravidanza e nella donna in generale; non abbiamo dati sugli effetti sommatori del tabagismo e dell’inquinamento ma è buon senso sospettare un incremento della incidenza e della gravità delle patologie legate a questi fattori; la politica sanitaria deve supportare ulteriormente il settore prevenzione (ad esempio i centri antifumo e la ricerca sui farmaci dedicati) per migliorare la qualità di vita dei pazienti attuali e per rendere sostenibile il Servizio Sanitario pubblico del domani."

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